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La grande folla: una classe sempre esistita?

Vorrei analizzare seriamente se le Scritture ci consentono di attribuire la grande folla come ad  una classe  diversa da quella dei 144.000 oppure no. Partiamo dall’inizio dell’evangelizazzione  da parte del nostro Signore Gesù, egli scelse 12 persone promettendo loro un futuro celeste, e questo è inequivocabilmente espresso dalle  parole di  Matteo 26:29. La chiamata era assolutamente una, ed era per i Regno dei cieli. Anche solo se consideriamo il conosciutissimo sermone delle beatitudini comprendiamo che chi fa la volontà del Padre eredita il Regno. E’ vero che Gesù parlava a tutti, e molti lo seguivano con fede, abbiamo mirabili esempi di persone  che adeguarono la loro vita agli insegnamenti del Maestro, ma non per questo furono da Lui scelti. (Vedi il suo amico Lazzaro, con le sue sorelle, sua madre Maria, suo padre putativo Giuseppe, alcuni dei suoi fratelli da parte di madre, Maria Maddalena, la madre dei figli di Zebedeo, Giuseppe di Arimatea discepolo di Gesù, Maria madre di Giacomo e di Iose, Zaccheo ecc., e  tutto quello stuolo di persone che non sto qui ad elencare, che essendo state miracolate da Gesù, ebbero parole che testimoniavano la loro fede nel Salvatore.) Come mai Gesù fece questa distinzione  tra gli Apostoli ed il resto dei fedeli che lo seguivano? Perché nel piano di Dio è vero che c’è la salvezza per tutta l’umanità, ma questa passa prima da suo Figlio e dalla Sposa di Lui i 144.000. 

Lo scopo del Figlio di Dio quando venne sulla terra non era di convertire il mondo, ma di dare una testimonianza attraverso la quale raccogliere i veri figli del regno che poi avrebbero governato con Lui per mille anni. Da qui comprendiamo il bisogno di parlare loro in parabole, affinchè  ( come Lui ci dice il mondo non capisse, ma solo i suoi comprendessero.) Le parabole di Gesù sono un mirabile insegnamento, non solo per capire che i misteri del Regno rimanevano nascosti ai più, ma anche forniscono l’intendimento riguardante la grande folla. Prendiamo ad esempio la parabola delle nozze del Cap.22 di Matteo. In questa parabola son menzionati vari personaggi , vorrei qui elencarli: un Re, il quale prepara le nozze del Figlio, un Figlio che deve contrarre matrimonio, si suppone che ci sia una Sposa,  i Servi vengono mandati a chiamare gli invitati, gli Invitati declinano  l’invito per vari motivi, addirittura alcuni uccisero i servi, di nuovo il Re ordina ai servi di andare per le strade ad invitare ogni sorta di persone perché i primi non ne erano degni, giunse il tempo delle nozze ma fu trovato  in mezzo agli invitati chi non aveva indossato  l’abito delle nozze. Costui fu gettato fuori dalla sala e consegnato alle tenebre.

Vogliamo analizzare insieme questi personaggi  e capire chi potrebbero rappresentare?

Indiscutibilmente il Re rappresenta Geova, il Figlio del Re è Gesù. I servi al tempo della parabola raffigurano gli Ebrei. Sia Gesù che i dodici Apostoli furono mandati “alle pecore smarrite della casa d’Israele” ad invitarli alle nozze del figlio del Re. Loro declinarono l’invito, anzi perseguitarono ed uccisero sia Gesù che alcuni di loro, proprio come spiega la parabola. Per questo il Re ordina ai suoi servi di andare ai crocicchi delle strade a invitare ogni sorta di persone. Questo avviene quando l’Apostolo Pietro con la conversione di Cornelio invita i Gentili ad ascoltare la Parola del Regno. In questo modo persone di tutte le Nazioni possono essere invitati al matrimonio del Figlio dello Sposo. Quando giunse finalmente il giorno delle nozze (come in tutti i matrimoni del mondo),  viene diramato un ‘invito per la festa nuziale, ma questa volta  gli invitati vengono scelti agli incroci delle strade.  Questo sta ad indicare che la scelta non viene più solo fatta tra il popolo giudaico, ma l’invito viene fatto ai Gentili. Quale mirabile esempio fece Gesù!!

La parabola prosegue dicendoci che quando la sala fu piena di commensali,  il Re entrò per controllare se erano adeguatamente  vestiti per assistere al matrimonio, vi trovò un uomo che  non aveva l’abito della festa ed il suo atteggiamento fu di rimprovero, (certo il Re aveva l’autorità anche di disporre della sua vita) ma gli dice: Amico come sei entrato qui senza avere l’abito delle nozze? Allora disse ai suoi servi di legarlo e di gettarlo fuori  nelle tenebre! Cosa  significa il fatto che l’uomo che non viene trovato con la veste bianca non può partecipare alle nozze del Figlio del Re?

Alla quinta lettera  che viene spedita da Gesù alla  Chiesa di Sardi tramite l’apostolo Giovanni,  il Signore si congratula con alcuni appartenenti alla Chiesa di quel periodo (periodo prima della Riforma XVI secolo) poiché non avevano contaminato le loro vesti e camminavano con Lui in vesti bianche, perché ne erano degni. Apoc. 3:4. Ancora al cap. 19 ver.7-8 alla Sposa viene dato di esser vestita di lino finissimo puro e risplendente ed al versetto 9 gli invitati sono considerati Beati per partecipare come testimoni a queste nozze. Ancor più luce ci giunge dalla parabola delle dieci vergini dove il Regno dei Cieli è paragonato a dieci vergini  le quali preso le loro lampade  uscirono fuori incontro allo sposo. Ora cinque erano stolte e cinque sagge, le stolte nel prendere le lampade non presero con se l’olio, le sagge invece presero assieme alle  lampade l’olio  nei loro vasi. Poiché lo Sposo tardava (tutta l’età del Vangelo) TUTTE si addormentarono.

Questo sta ad indicare che durante l’età del Vangelo poche sono state le creature consacrate al Signore (anche se la fiaccola della Verità non si è mai spenta) anche a motivo della grande persecuzione che c’è stata in ogni tempo contro i veri seguaci di Cristo. (Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi.) Al grido di mezzanotte “arriva lo Sposo” tutte si destarono preparando le loro lampade (la conoscenza che deriva dallo Spirito Santo) le stolte dissero alle sagge: dateci il vostro olio perché le nostre lampade stanno per spegnersi. Ma le avvedute, rispondendo dissero: NO, perché non basterebbe ne a noi ne a voi; andate piuttosto dai venditori e compratene. Ora mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo e le vergini che avevano le lampade accese lo riconobbero ed entrarono con Lui per le nozze, e LA PORTA FU CHIUSA.

PIU’ TARDI arrivarono anche le stolte pregando il Signore di aprirli, ma Egli rispondendo, disse: “in verità vi dico che non vi conosco”. E’ da notare che sia le sagge che le stolte sono vergini; questo sta ad indicare che entrambe le classi si sono mantenute immacolate e pure non contaminandosi con falsi insegnamenti e non sono andate dietro ad amanti spirituali, ma da questo punto di vista si erano conservate pure per il loro Signore. Cos’è quindi che non consente ad entrambe di conseguire le aspettate nozze? La loro mancanza di olio ha fatto sì che metà di loro fossero al buio non consentendogli di riconoscere il loro Signore, quando questi ritorna.

Questo corrisponde alla veste che ha bisogno di essere lavata nel sangue dell’Agnello della grande folla del cap. 7 :14 di Apocalisse. L’anziano chiede a Giovanni da dove giunge questa gran folla che ha bisogno di lavarsi  la veste: e la risposta è: essi vengono dalla grande tribolazione!

Per tornare alla sposa la sua fedeltà deve essere provata, Essa deve dare dimostrazione di assoluta castità come ci dice il Cantico dei Cantici al cap.4:12.

Riepilogando può darsi che durante tutta l’età del Vangelo ci possono essere stati dei consacrati che non sono arrivati fino al corso della loro vita fedeli al Signore e che non si sono presentati il giorno delle nozze dell’Agnello con il vestito della festa, ma ricordate l’espressione AMICO! Oppure coloro che al grido di mezzanotte dormono e non avendo l’olio non riconoscono il loro Signore, ma ricordate pure che sono VERGINI e che la grande folla è un numero non calcolato di persone che attraverso il passaggio da una grande tribolazione lavano le loro vesti nel sangue dell’Agnello e per questo sono davanti al Trono di Dio e lo servono giorno e notte. Tanti quindi i chiamati in tutta l’età del Vangelo, tutti chiamati ad una eredità celeste, ma di tutti questi, pochi (solo il piccolo gregge) avrà l’onore e la gloria di regnare con Gesù. E’ evidente quindi che la classe della grande folla è sempre esistita, ma essa non conosce il proprio destino se non alla fine quando il Signore darà a seconda dei propri meriti. Il Salmo 45 ben illustra questi destini diversi, la regina; la Chiesa, le ancelle; la grande folla.

 

 

Grazie, per l'attenzione

 

 

 

 

                                                                                             

 

 

 

 

 

                                                    

 

 

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