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gattosilvestro67
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Lasciato il  - 20 January 2018 :  17:00:42  Mostra profilo  Spedisci Email all' autore  Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Discussione  Rispondi con Citazione  Vedi l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Discussione

LA RESTAURAZIONE DI ISRAELE.

Il ristabilimento di Israele in Palestina, un evento da aspettarsi entro questo periodo di mietitura — Come, in che misura e con quale classe, dovremmo aspettarci questa Restaurazione —
La data del suo inizio, e testimonianze della sua progressiva realizzazione effettiva da allora — Perché le benedizioni Millenarie, destinate a tutta l'umanità, raggiungeranno e ravviveranno prima gli Ebrei — Il risveglio della speranza Ebraica — Osservazioni di scrittori leader ebrei e gentili — L'armonia di queste speranze con la profezia — La cecità di Israele riguardo a Cristo sta già svanendo — La diffusione e lo slancio del Movimento — Dio li aiuterà.


“In quel giorno, io rialzerò il tabernacolo di Davide che è caduto, riparerò le sue brecce e rialzerò le sue rovine, e lo ricostruirò come nei giorni antichi. Farò tornare dalla cattività il mio popolo Israele, ed essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno, pianteranno vigne e ne berranno il vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti. Li pianterò sulla loro terra e non saranno mai più sradicati dal suolo che io ho dato loro, dice il Signore, Dio tuo.” Amos 9:11,14,15.



Tra i cimeli dell'antichità che sono giunti fino ai nostri giorni, non c'è altro soggetto di così grande interesse come il popolo ebraico. I ricercatori degli antichi folklori hanno instancabilmente messo in discussione ogni oggetto inanimato che possa dare un tantino di informazioni storiche o scientifiche. Monumenti, altari, tombe, resti di edifici pubblici e privati, dipinti, sculture, geroglifici e lingue morte sono stati tutti esaminati, e alcuni hanno anche cercato con pazienza di scoprire quale sia il confine della verità che probabilmente ha ispirato molte tradizioni fantasiose, leggende, canti ecc., che sono giunti fluttuanti attraverso i secoli, per sapere così tutto ciò che è possibile conoscere sull'origine dell'uomo, la sua storia e il suo destino.

Ma il cimelio più interessante, e quello per cui la storia può essere più facilmente decifrata e capita è il popolo ebraico. In loro abbiamo un monumento antico di valore inestimabile, su cui sono registrati, in caratteri ben leggibili, le origini, i progressi e il destino finale di tutta la razza umana, una testimonianza viva e intelligente del graduale completamento di un proposito meraviglioso negli affari umani, in esatta conformità con le esatte previsioni dei loro profeti e veggenti divinamente ispirati.


Come popolo, sono contrassegnati come distinti e peculiari per ogni circostanza della loro storia e dalla loro comune fede religiosa, così come per ogni elemento del loro carattere nazionale, e persino dalla loro fisionomia e dei loro usi e costumi. Le caratteristiche nazionali di molti secoli fa, sono tuttora importanti, come la loro predilezione per i porri, le cipolle e l'aglio d'Egitto, e anche per la loro proverbiale cervice ostinata.

Come popolo, avevano certamente molti vantaggi, sia per esser stati loro affidati i medesimi oracoli di Dio, ma anche per aver sviluppato tra di loro poeti, avvocati, statisti e filosofi, che li ha condotti passo dopo passo dall'essere una nazione di schiavi ad essere, come al tempo di Salomone, all'apice della loro gloria, un popolo distinto e onorato tra le nazioni, attirando la meraviglia e l'ammirazione del mondo. Romani 3:1,2; 1 Re 4:30-34; 10:1-29.


Che il ristabilimento di Israele nella terra di Palestina sia uno degli eventi che si possono attendere in questo Giorno del Signore, ne siamo pienamente rassicurati dall'espressione del profeta precedentemente riportata sopra. In particolare si noti, che la profezia non può essere interpretata in nessun senso simbolico.

Non esiste infatti alcun paese di Canaan in cielo a cui essi sono eletti, ma solo un Canaan qui sulla terra. Essi saranno piantati sulla “loro terra”, la terra che Dio dice di aver dato loro, la terra che ha promesso ad Abraamo, dicendo: “Alza ora i tuoi occhi e mira dal luogo dove sei a nord e a sud; a est e a ovest, poiché tutto il paese CHE TU VEDI, io lo darò a te e al tuo seme [o discendenza], per sempre.

E renderò il tuo seme [discendenza] come la polvere della terra; così che, se qualcuno può contare la polvere della terra, si potrà contare anche il tuo seme [discendenza]. [Un indizio questo che si sta parlando di un periodo di tempo molto distante, dando così il tempo necessario per una tale moltiplicazione del suo seme.] Levati, percorri il paese, in lungo e in largo, perché io lo darò a te.” “E a te, e al tuo seme [discendenza] dopo di te, darò il paese dove abiti come straniero, tutto il paese di Canaan, come PROPRIETÀ ETERNA.” (Genesi 13:14-17; 17:8)

Questa è una terra in cui un tempo ebbero il privilegio di entrare, e in cui vi abitarono per secoli. Ma durante tutto quel tempo furono sradicati e portati via in cattività in altri paesi molte volte, mentre forestieri rovinavano le loro città, bevevano il vino delle loro vigne, e mangiavano il frutto dei loro giardini.

Alla fine, furono completamente sradicati, le loro città devastate e lasciate desolate, ed essi furono condotti come erranti ed esuli da un paese all'altro per tutto il mondo. Ma quando saranno ripiantati nella loro terra, secondo questa promessa, “essi non potranno mai più essere strappati via dalla loro terra” che Dio ha dato loro, ed “essi dovranno costruire le loro città desolate [città in cui essi avevano vissuto in precedenza], e le abiteranno.”

Benché un popolo disperso, senza patria, desolato e perseguitato, essi sono tuttora un popolo distinto e omogeneo. Uniti da forti legami di consanguineità, da speranze comuni ispirate da una fede comune nelle meravigliose promesse di Dio, anche se hanno compreso solo vagamente quelle promesse, e ancora di più legati dal vincolo di crescente simpatia proveniente dalle loro comuni sofferenze e privazioni come esuli, essi, fino a questo stesso giorno, levano lo sguardo e desiderano la realizzazione della speranza di Israele.



continua. ...








gattosilvestro67
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Lasciato il  - 06 February 2018 :  18:26:10  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Come popolo, hanno ancora fede in Dio, anche se nella loro cecità e orgoglio di cuore, essi hanno inciampato sull'umile condizione del messaggero designato da Dio per la salvezza del mondo, di modo che, invece di riceverlo, crocifissero il Salvatore, il Signore della gloria.

Eppure gli apostoli e i profeti ci mostrano che anche questo flagrante crimine, a cui il loro orgoglio e caparbietà li ha condotti, non era tale da non potere essere perdonato. A causa di ciò, sono stati puniti, e pure severamente.

Quando hanno condannato il Giusto e dissero: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”, non avrebbero certo mai immaginato la ricompensa terribile che ne seguì.

I terribili guai e le perdite di vite, la distruzione della loro città santa e del tempio, la fine completa della loro esistenza nazionale, e la dispersione del rimanente sopravvissuto come esuli in tutte le nazioni, completò il lavoro del loro periodo di mietitura.

Esso iniziò in una guerra civile faziosa ed si completò con l'esercito invasore romano. Fuoco, spada e carestia compirono su di loro una paurosa ricompensa.


E sin da allora Israele è stato veramente un popolo disperso e spella-to vivo. Deportato come esule da un paese all'altro e da una provincia all'altra, sono stati privati di quasi ogni diritto e privilegio di cui godevano gli altri esseri umani. Rifiutando il Cristianesimo, sia nella sua forma corrotta che in quella pura, sono diventati oggetti di disprezzo e di implacabile persecuzione da parte della Chiesa di Roma.

A proposito uno storico scrive:
“In Germania, Francia, Inghilterra e Italia, gli sono stati circoscritti i loro diritti per mezzo di decreti e leggi ecclesiastiche, nonché da poteri civili; esclusi da tutte le occupazioni onorevoli, deportati da un luogo all'altro, costretti a sopravvivere quasi esclusivamente grazie a occupazioni mercantili e di usura, oberati da imposte e degradati nelle città, stipati in quartieri stretti, e segnati nei loro abiti con segni di disprezzo, saccheggiati da baroni senza legge e principi squattrinati, facili prede di tutti i partiti durante le lotte civili, derubati continuamente dei loro stessi crediti pecuniari, posseduti e venduti come servi dagli imperatori, massacrati dalle folle e dai contadini ribelli, inseguiti dai monaci, e infine bruciati a migliaia dai crociati, che bruciarono nelle loro sinagoghe anche i loro fratelli a Gerusalemme; oppure li tormentarono mettendoli in ridicolo, con sermoni offensivi, con accuse mostruose e prove varie, con minacce ed esperimenti di conversione.... Essi non potevano possedere la terra e non potevano appartenere a nessuna gilda della meccanica o impegnarsi in nessuna forma d'arte; di fatto erano esclusi quasi esclusivamente dal commercio. Trovandosi così in guerra con tutti gli uomini, il loro orgoglio nazionale ed arroganza non ne risultò affatto ammorbidito, anzi, la conseguenza fu che la breccia tra gli ebrei e i loro vicini Gentili si allargò sempre di più ovunque.”
Estraniati così da Dio e dai loro simili in ogni nazione, tristi e pieto-se davvero sono state le loro misere condizioni. Durante le implacabili persecuzioni Pontificie, hanno sofferto in comunione con i santi e i martiri di Gesù; il cristiano per il suo rifiuto dell'Anticristo, l'Ebreo per il suo rifiuto sia di Cristo che dell'Anticristo.

Mentre Dio ha permesso a queste afflizioni e persecuzioni di venire su di loro come un castigo per il crimine nazionale di rifiuto del Vangelo e per la crocifissione del Redentore, avrà modo comunque a tempo debito di premiare la costanza della loro fede nelle sue promesse, alle quali si sono per così a lungo e con così tanta perseveranza protesi.

Dio previde l'orgoglio e la durezza del loro cuore, e predisse inoltre tutti i mali che sono venuti su di loro, e non meno acutamente ha pure predetto la fine della loro cecità e il compimento ultimo su di loro di tutte le promesse terrene dichiarate molto tempo fa ad Abraamo e ripetute da uno dopo l'altro dai santi profeti.

Man mano che il tempo per la restaurazione promessa del favore di Dio verso Israele si avvicina, ne vediamo la preparazione. Entro questo no-stro secolo un processo di vagliatura e separazione si sta manifestando tra loro, dividendoli in due classi, gli Ortodossi e gli ebrei Non-ortodossi.

I primi tengono ancora alle promesse di Dio, e sperano ancora che il tempo fissato da Dio a favore di Sion possa presto arrivare. Questi ultimi invece stanno perdendo la fede in un Dio personale, così come nelle promesse ad Abraamo, e sono alla deriva verso il liberalismo, il razionalismo e l'infedeltà. Gli Ortodossi includono la maggior parte dei poveri, gli ebrei oppressi, così come alcuni dei ricchi e dei dotti, e sono di gran lunga più numerosi dei Non-ortodossi, anche se questi ultimi sono di gran lunga i più influenti e rispettati, spesso mercanti, banchieri, editori, ecc.


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gattosilvestro67
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Lasciato il  - 11 March 2018 :  09:36:35  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Quello che segue è una breve sintesi della fede degli ebrei Ortodossi:
“Credo con una fede vera e perfetta (

1) che Dio è il Creatore, Governatore e Fattore di tutte le creature, e che egli ha forgiato tutte le cose;

(2) che il Creatore è uno, e che lui solo è stato il nostro Dio, che è, e che per sempre sarà;

(3) che il Creatore non è corporeo, né può essere compreso attraverso le proprietà del corpo, e che non c'è essenza del corpo che può essere paragonata a lui;

(4) che nulla è stato prima di lui, e che egli dovrà restare per sempre;

(5) che lui solo deve essere adorato e nessun altro;

(6) che tutte le parole dei profeti sono vere;

(7) che le profezie di Mosè erano vere, e che era il principale di tutti i saggi che hanno vissuto prima di lui o che mai vivrà dopo di lui; [Possiamo considerarli in qualche modo scusabili per questa sopravvalutazione di un così nobile e degno personaggio.]

(8) che tutta la legge che in questo giorno si trova nelle nostre mani è stata consegnata da Dio stesso al nostro maestro, Mosè;

(9) che la stessa legge non deve mai essere cambiata, né che alcun altro sarà dato a noi da Dio;

(10) che Dio ha intendimento di tutti i pensieri e le opere degli uomini, come è scritto nei profeti: “Egli modellò il loro cuore allo stesso modo, egli comprese tutte le loro opere”;

(11) che Dio ricompensa col bene a quelli che osservano i suoi comandamenti, e punirà coloro che li trasgrediscono;

(12) che il Messia deve ancora venire e, anche se ha tardato la sua venuta, tuttavia “Io lo aspetterò finché egli verrà”;

(13) che i morti saranno restituiti alla vita quando sembrerà appropriato a Dio, il Creatore, il cui nome sia benedetto e la cui memoria sia celebrata senza fine. Amen.”

Dal momento della distruzione del loro tempio e della loro dispersione, i sacrifici sono stati sospesi, ma in tutti gli altri aspetti i requisiti della legge Mosaica si osservano tuttora tra gli ebrei Ortodossi. Il loro culto, come in passato, consiste nella lettura delle Scritture, la preghiera e le lodi.

Il secondo giorno della loro festa delle trombe essi leggono il racconto dell’offerta di Abraamo di suo figlio Isacco e la benedizione di Dio su di lui e sul suo seme. A quel punto suonano la tromba e pregano che Dio li riporti a Gerusalemme.

Gli ebrei Non-ortodossi Riformati, o “Radicali” d’altro canto, differiscono parecchio dagli Ortodossi: molti di loro infatti sono atei dichiarati che negano un Dio personale. Negano anche che un qualsiasi Messia stia per arrivare, e se non negano del tutto la profezia, spiegano che il Messia predetto altri non è che la nazione ebraica stessa, che sta riformando il mondo a poco a poco, e che le predette sofferenze del Messia si sono adempiute nella loro persecuzioni e sofferenze come popolo.

Altri tra loro infine, dichiarano che la civilizzazione è l'unico Salvatore del mondo che essi aspettano.
Sarà la prima classe, senza dubbio, quella che verrà ricondotta e benedetta, quando il Messia, tornando una seconda volta nella gloria e potenza gli dirà: “Ecco, questo è il nostro Dio, lo abbiamo atteso, ed egli ci salverà: è questo il Signore, lo abbiamo atteso e saremo lieti e gioiremo nella sua salvezza.” (Isaia 25:9)

Alla luce più chiara dell’insegnamento del Messia, tutta la fede nelle vane tradizioni umane che ancora detengono come preziose aggiunte alla legge di Dio, sparirà. Si avvicina rapidamente il tempo quando Dio parlerà di pace a Israele, li conforterà e pienamente distoglierà la cecità dai loro occhi. Con questo non vogliamo lasciar intendere che coloro che hanno vagato lontano nell’infedeltà non avranno mai rimossa la loro cecità. Dio non voglia.

Piuttosto gli occhi ciechi di tutti, cioè di ogni nazionalità, saranno aperti, e tutte le orecchie sorde saranno sturate. Ma nessun favore particolare verrà mostrato a questi ebrei infedeli al momento della restituzione del favore, perché “non è Ebreo, colui che lo è all'esterno”, ovvero solo da vincoli familiari e fisionomie facciali.

Gli Ebrei riconosciuti da Dio come veri figli di Abraamo sono coloro che si appoggiano alla fede di Abraamo e mostrano fiducia nelle promesse divine.


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gattosilvestro67
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Lasciato il  - 14 April 2018 :  07:24:54  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
GLI EBREI ANGLOFONI.


A questo punto dobbiamo esprimere il nostro dissenso dalle opinioni di coloro che sostengono che gli anglosassoni sono l'Israele della promessa fatta nelle Scritture.

In poche parole essi sostengono che gli anglosassoni, il popolo degli Stati Uniti, ecc., sono i discendenti delle dieci tribù d'Israele, che si separarono dalle tribù di Giuda e di Beniamino dopo la morte di Salomone, e che sono spesso denominati come “le dieci tribù disperse”, perché, dopo la cattività (di tutte e dodici le tribù) a Babilonia, le dieci tribù non si stabilirono nella terra di Canaan, come invece fece “Israele”, ma furono sparsi come tribù e come individui tra le varie nazioni.

Coloro che fanno queste asserzioni, la cui teoria noi critichiamo, sostengono persino che possono rintracciare il loro viaggio verso la Gran Bretagna, e che la grandezza e l'influenza dei popoli di lingua inglese nel mondo sono riconducibili al fatto che essi appartengono a Israele, e che stanno ereditando le promesse fatte a Israele.


A queste affermazioni noi rispondiamo: Alcune delle prove offerte a sostegno del fatto che essi siano le “tribù disperse” d’Israele sembrano tutt'altro che solide, ma anche se dovessimo ammettere tutto ciò che essi dicono, ciò non proverebbe tuttavia la loro posizione, ovvero che la grandezza e l'influenza della razza anglo-sassone siano attribuibili al loro essere Israeliti per generazione naturale, non più di quanto lo sia il loro presunto stato di “dispersi.”

La loro grandezza è piuttosto attribuibile alla loro libertà e intelligenza, che sono rintracciabili, non al loro stato di dispersi, né alla loro nascita come Israeliti secondo la carne, ma piuttosto grazie alle dottrine del Cristo, ovvero alla luce che alcuni dei semi spirituali di Abramo hanno fatto risplendere fra di loro.


Il fatto che le dieci tribù si siano smarrite lontano dalle altre due non gli rende onore, è vero piuttosto il contrario. Si tratta infatti di un'evidenza che sono stati inclini a respingere le promesse di Dio; è un segno di infedeltà, di incredulità, perché sapevano bene che Dio aveva predetto che il Legislatore, il Salvatore, il Liberatore, il Re; nel quale e dal quale le promesse dovevano adempiersi, sarebbe dovuto venire da Giuda.

La tribù di Beniamino fu dunque l'unica tribù, oltre a Giuda, che al momento della rivolta, manifestò fede nelle promesse di Dio. Anche se è vero che la maggioranza di coloro che mostrarono fede in Dio e nelle sue promesse tornando alla terra di Canaan al momento del ritorno dalla cattività babilonese, erano delle tribù di Giuda e di Beniamino; non tutti però quelli che erano tornati appartenevano a queste due tribù. Tra loro c'erano alcuni provenienti anche da varie tribù, che amavano il Signore e lo cercavano con pentimento, basandosi ancora sulle sue promesse.


Tuttavia, la stragrande maggioranza delle dieci tribù, così come delle due tribù, non si sono avvalse della possibilità di tornare nella terra promessa, preferendo Babilonia o altre terre ad essa, molti tra loro essendo pure caduti nell'idolatria e avendo così perso il loro rispetto per le promesse di Dio.


Dobbiamo ricordare che solo alcuni di coloro che tornarono alla loro terra sotto la guida di Esdra e nessuno di coloro che sono tornati sotto Neemia, erano di quelli che erano stati presi prigionieri, essendo ormai la maggior parte di loro morta anni prima a Babilonia.

Questi erano solo i loro figli, nel cui cuore ardeva ancora la fede dei loro padri, e che ancora sperava nelle benedizioni e negli onori promessi al seme di Abramo.

Così il gruppo di poco meno di cinquantamila che fece ritorno erano tutti gli Israeliti rimasti, di tutte le tribù, che con l'atto di ritornare alla terra promessa dimostrarono di detenere ancora la fede di Abramo.

Fu ai discendenti di questi scelti, setacciati da tutte le tribù d'Israele, anche se principalmente delle due tribù, e tutti chiamati Ebrei dietro alla tribù reale e predominante, che il nostro Signore presentò se stesso e il Regno al suo primo avvento, in quanto rappresentava la nazione santa, tutto l'intero Israele.


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gattosilvestro67
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Lasciato il  - 26 June 2018 :  14:05:28  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Nostro Signore si riferì a loro come a Israele, e non come a una parte di Israele, né come alla sola tribù Giuda.

Egli parlò anche di coloro che erano rimasti attaccati alle promesse e agli uni agli altri, come delle “pecore smarrite della casa d'Israele”, in quanto avevano vagato lontano dalla verità, dietro alle tradizioni di falsi pastori che li avevano condotti dietro a loro e non a Dio.

Egli disse: “Io non sono stato mandato se non [eccetto] alle pecore smarrite della casa d'Israele”. Di conseguenza, in armonia con quanto disse, il suo ministero fu limitato solo alla casa d'Israele, dimostrando così che gli ebrei del suo tempo erano gli unici rappresentanti riconosciuti della “casa di Israele”; così come i termini: “tutto Israele”, e “le nostre dodici tribù che servono costantemente Dio”, e molte altre espressioni simili del nostro Signore e degli Apostoli ci indicano.

A tal proposito si ricorderà infine che il nostro Signore, in accordo con queste affermazioni, ovvero che il suo ministero era solo per Israele, proibì ai suoi discepoli di andare a parlare a chiunque al di fuori degli ebrei della Palestina. Matteo 10:5,6; 15:24.


Si noti inoltre come gli apostoli usavano la parola “Israele”, e non “Giuda”, quando parlavano di coloro che vivevano in quel momento in Pa-lestina (Atti 2:22, 3:12, 5:35, 13:16, 21:28), e come applicavano le parole di Isaia concernenti il rimanente di Israele solo ai relativamente pochi che accettarono il Vangelo (Romani 9:4, 27, 29, 31-33; 10:1-4; 11:1, 7-14, 25, 26, 31), mentre si riferirono a tutto il resto come a coloro che avevano inciampato ed erano accecati. Così, dunque, anche se si potesse dimostrare che i popoli anglosassoni fanno parte delle “dieci tribù disperse”, in forza di tale patto si vede chiaramente che nessun favore divino avrebbe potuto andare a loro su questo punto; perché essi abbandonarono il patto Israelitico e diventarono idolatri, infedeli, e praticamente dei Gentili.

Inoltre, come è stato già osservato, tutti coloro che furono riconosciuti come il seme naturale di Abraamo, e che continuarono a rifiutare Cristo, furono tagliati fuori da ogni favore dal momento della morte di Cristo fino all'anno 1878, quando, cronologicamente, il favore divino doveva tornare a loro, e la loro cecità cominciare ad essere rimossa. Di conseguenza, l'importanza degli Anglo-sassoni nei secoli passati non può in alcun senso essere inteso come un ritorno del favore divino a Israele.

Coloro a cui è stato tolto il favore per il rifiuto e la crocifissione del Signore, sono coloro a cui il favore è ora ritornato. A quel tempo, e da allora, Israele è stato rappresentato dal “Giudeo” (Romani 2:9,10), ed è il Giudeo che sarà ora restaurato nel favore come il naturale “seme di Abraamo”.

Questi, con il “seme” spirituale (selezionati durante l'età del Vangelo, un rimanente di Israele, gli Ebrei, e il resto raccolti dai Gentili), sono gli agenti di Dio per la benedizione di tutte le famiglie della terra.


Né il favore mostrato a Israele sarà esclusivo. Tutti i credenti nelle promesse del patto possono condividere questo ritorno dei favori verso il seme naturale proprio come durante l'età del Vangelo, ogni Ebreo che accettò Cristo ebbe i requisiti per tutte le benedizioni spirituali e i vantaggi offerti durante l'età del Vangelo.

Così come un solo piccolo rimanente credette e accettò i favori del Vangelo all'inizio, così ora, a parte gli ebrei, solo un piccolo numero di uomini saranno pronti per le nuove leggi e le nuove condizioni dell'Età Millenaria, sotto la giusta amministrazione del glorificato Signore e della sua Chiesa glorificata, e quindi, in principio, pochi a parte gli ebrei saranno benedetti sotto di essa.


L'Ebreo, da tempo abituato a cercare di adempiere e di confidare nelle opere di obbedienza alla Legge [mosaica] per garantirgli le benedizioni divine, inciampò proprio nelle prime caratteristiche della dispensazione evangelica, ovvero la remissione dei peccati senza le opere a tutti coloro che credevano nell'opera perfetta di Gesù, un sacrificio sufficiente per l'eliminazione del peccato.

Ma il rispetto dell'Ebreo per la Legge [mosaica] si trasformerà a suo vantaggio all'alba dell'Era Millenaria, e nessuno sarà più pronto di lui per i requisiti rigorosi e le leggi di quell'Età, dopo che la sua cecità, relativa a Cristo e al valore del suo sacrificio per i peccati, sarà passata; poiché è necessario che le opere seguano la fede in Cristo, e non il contrario.

E l'Ebreo, accogliendo l'amore e la grazia di Dio in Cristo, in questo modo non sarà incline a perdere di vista la giustizia di Dio come lo sono molti altri oggi. Altri, al contrario, saranno accecati per un tempo e impreparati a riconoscere le regole del Regno, in cui la giustizia e la rettitudine saranno ristabilite alla perfezione.

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gattosilvestro67
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Lasciato il  - 30 August 2018 :  09:12:21  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Così come l'Ebreo è stato accecato da una falsa visione della Legge [mosaica], che attraverso falsi insegnamenti è stata praticamente annullata; così ora, in ragione della presentazione della falsa dottrina della grazia nel perdono dei peccati, fatta da falsi maestri del tempo presente che rendono nullo il Vangelo della grazia di Dio attraverso ragionamenti sofistici, a molti Gentili verrà impedito di usufruire delle condizioni di favore durante l'Età Millenaria; arrivando persino “anche a negare che il Signore li ha comprati” (2 Pietro 2:1), e che ci fosse bisogno di pagare alcun prezzo di riscatto necessario per il ristabilimento dell'uomo.

Essi sostengono che errare è umano, perdonare è divino, e quindi inferenzialmente, che il peccato occasionale è del tutto scusabile, e che la severità della pena o il bisogno di un riscatto ecc., non sono ipotizzabili, in quanto se non ci fossero peccati da perdonare si avrebbe tolto a Dio sia il piacere che il dovere di perdonare.

Perdendo così di vista la giustizia di Dio, non riescono a vedere la filosofia del suo piano di riconciliazione attraverso il sangue della croce e la concessione di remissione dei peccati attraverso un sacrificio di riscatto disponibile solo a coloro che accolgono Cristo e lottano contro il peccato.

Accecati dalle loro idee negligenti sulla giustizia e sul rigore di Dio, pochi saranno allora così ben preparati come l'Ebreo per quella stretta obbedienza in base alle proprie capacità che sarà richiesta a tutti nell'Età successiva.
Come illustrazione della preparazione dell'Ebreo a riconoscere la morte di Cristo Gesù come riscatto o prezzo corrispondente, l'espiazione legale per il peccato dell'uomo; riportiamo qui di seguito, dalla penna di un giovane ebreo convertito a Cristo, un resoconto della commemorazione annuale del “Gran Giorno dell'Espiazione”, così come viene osservato in questo momento dagli ebrei ortodossi.

L'articolo è apparso sul The Hebrew-Christian [L'Ebreo-Cristiano], come segue:
“Lo Yom Kippur, o Grande Giorno dell'Espiazione, è stato un giorno straordinario per mio padre, perché non solo ha digiunato, pregato e morti-ficato se stesso in questo santo giorno di espiazione, ma ha anche passato tutta la notte in devozione nella sinagoga.

In questo gran giorno ho visto spesso il mio devoto genitore piangere, mentre ripeteva la commovente confessione seguita dall'enumerazione dei sacrifici che sono stati designati da Dio per essere offerti per i peccati di omissione e di commissione; e molte volte anch'io ho versato lacrime solidali mentre mi univo a lui nel lamentarmi che ora non abbiamo più nessun tempio, nessun sommo sacerdote, nessun altare e nessun sacrificio. Il giorno prima di quel giorno solenne, egli, in compagnia con il resto degli Ebrei, aveva preso un gallo, e durante la ripetizione di certe forme di preghiere, aveva mosso il pollo vivo intorno alla sua testa tre volte, ripetendo queste parole: 'Sia questo il mio sostituto, sia questo il mio scambio, sia questo la mia espiazione, possa questo uccello andare nella morte, mentre io a una vita benedetta.'

Poi aveva messo le mani su di esso, come si usavano posare le mani sui sacrifici, e subito dopo lo aveva dato per essere sgozzato. Questo è il solo sangue che viene versato in Israele adesso. Il sangue di tori e di capri non scorre più accanto all'altare di bronzo.


“Mio padre ha penato moltissimo per procurarsi un gallo bianco e per evitarne ad ogni costo uno rosso, e quando gliene chiesi la ragione, lui mi ha spiegato che un gallo rosso è già coperto con il peccato, poiché il peccato in sé è rosso, come sta scritto: 'Benché i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve, anche se fossero rossi come la porpora, diventeranno bianchi come lana.' (Isaia 1:18)

Poi ha proseguito: 'Ti accorgerai che i rabbini hanno stabilito nel Talmud, che se il gallo è bianco, non è stato infettato da alcun peccato, e può pertanto portare i peccati degli Ebrei; ma se è rosso, egli è completamente coperto di peccati, e non è adatto per portare le nostre iniquità.'


“Il motivo per cui utilizzano un gallo, piuttosto che qualsiasi altra creatura è questo. In ebraico uomo si dice gever. Ora, se gever (l'uomo) ha peccato, gever deve anche subirne la sanzione. Ma dal momento che la pu-nizione è più pesante di quanto gli ebrei possano sopportare, i Rabbini hanno sostituito al loro posto un gallo, che in dialetto Caldeo si chiama gever, e quindi la giustizia divina si presume sia soddisfatta: perché, così come gever ha peccato, così gever, vale a dire un gallo, è sacrificato.


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Lasciato il  - 25 November 2018 :  20:10:01  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Questa vana invenzione può essere vista come una prova straordinaria di un fatto ancora più sorprendente, ovvero che, mentre molti tra gli ebrei al giorno d'oggi negano del tutto l'espiazione, il corpo della nazione ha ancora un sentimento dell'assoluta necessità di un sacrificio per il peccato, e che senza l'espiazione il pentimento non è di alcuna utilità per la salvezza.

Se, invece di leggere le favole rabbiniche, gli ebrei studiassero la Bibbia, troverebbero che il Signore Gesù, il vero Messia, nella Sua propria persona benedetta compì l'espiazione dei peccati che essi, nella loro ignoranza, immaginano si possano riscattare mediante il sacrificio di un gallo. Gever (l'uomo) ha peccato, e gever (l'uomo), l'uomo giusto Gesù Cristo, ha offerto la sua anima in sacrificio per il peccato.” Isaia 53:10.


AGLI EBREI PER PRIMA.


Vediamo pertanto che come la previsione di Dio, secondo cui Israele (tranne i pochi fedeli) sarebbe stato accecato dalla loro Legge (Romani 11:9) si adempì in modo naturale, allo stesso modo anche la sua ulteriore predizione, ovvero che i favori e le condizioni dell'Età Millenaria benedi-ranno molti di loro più velocemente di altri, si adempirà in modo perfetta-mente naturale e come conseguenza di cause ragionevoli.


Così i favori Millenari saranno per prima rivolti agli ebrei, così co-me a motivo delle alleanze ecc., i favori del Vangelo sono stati offerti a loro per primi.


E così infine accadrà come profetizzò Simeone: “Questo bambino è posto per la caduta e il risorgere di molti in Israele.” Il tempo per risollevare quella nazione, da così tanto tempo senza alcun favore divino, è ormai prossimo.
Ma cerchiamo di evitare un errore fin troppo comune fatto da molti che vedono qualcosa di queste promesse, e che suppongono che l'affermazione dovrebbe essere presa alla lettera, quando dice: “Dopo questo io ritornerò e rialzerò nuovamente il tabernacolo [casa] di Davide che è caduto, ricostruirò le sue rovine, e le rialzerò.” “E il Signore gli darà il trono di Davide suo padre.” “E Davide, mio servitore sarà re su di loro” (Atti 15:16; Luca 1:32; Ezechiele 37:24)


Mentre la letteralità del promesso ritorno di Israele alla propria terra, e la ricostruzione di Gerusalemme sui propri cumuli di rovine non può essere messa in discussione, possiamo d'altro canto essere altrettanto sicuri che con casa e trono di Davide, non si sta intendendo le pietre, i legni, ecc. letterali.

Il ristabilimento della casa di Davide si riferisce piuttosto al ristabilimento della sovranità e dominio nelle mani di alcuni dei posteri di Davide. Gesù Cristo è il rampollo promesso della casa di Davide e l'erede del suo trono, e quando la sua autorità comincia ad essere stabilita, ciò sarà l'inizio della radunamento (permanente) della precedente casa temporanea o tabernacolo di Davide che è stata rovesciata, e che per molti secoli ha alloggiato nella polvere.

Così, allo stesso modo, il “trono di Davide”, su cui il Messia siederà, non si riferisce al seggio di legno, oro e avorio su cui Davide sedette, ma alla dignità, al potere e all'autorità della carica da lui esercitata.

Tale autorità, carica o trono che Davide occupò per alcuni anni, deve essere adempiuta su una scala molto più grande dall'Unto di Geova, il Signore nostro Gesù.
Ma quale autorità aveva ed esercitava Davide? Rispondiamo che era l'autorità di Geova: Davide infatti “sedeva sul trono di Geova” (1 Cronache 29:23), e questa è la stessa autorità che sosterrà Cristo nel suo Regno Millenario.

E quando tutto è visto correttamente, è evidente che Davide e il suo trono o divina autorità istituita sulla nazione tipica di Israele, erano solo delle illustrazioni tipiche di Cristo e del suo Regno, e l'onore principale di Davide sarà, se è ritenuto degno, quello di essere uno dei “principi” a cui Emmanuele affiderà la fase terrena del suo Regno. Salmi 45:16
Sia il nome di Davide che il suo regno erano rappresentativi.

Il nome Davide significa Diletto, ed è il Figlio diletto di Dio che sarà il re di tutta la terra in quel giorno, e non il tipico diletto Davide di un tempo. È bene anche saper distinguere chiaramente tra la Nuova Gerusalemme, la città celeste o spirituale di cui gli Apostoli sono le dodici fondamenta; e la vecchia Gerusalemme, che deve essere ricostruita sulle sue rovine. La restaurazione promessa della vecchia Gerusalemme implica non solo la ricostruzione degli edifici ecc., ma soprattutto la riorganizzazione del governo di Israele, perché una città nella profezia è sempre il simbolo o la rappresentazione di un governo.

Pertanto la ricostruzione promessa di Gerusalemme sulle sue vecchie fondamenta implica una riorganizzazione nazionale di Israele su una base simile a quella avuta in precedenza, ovvero come popolo su cui l'Unto di Geova eserciterà l'autorità. La Nuova Gerusalemme rappresenta la Chiesa del Vangelo nella gloria del Regno, un potere spirituale invisibile agli uomini, ma onnipotente.

La sua discesa sulla terra (Rivelazione 21:2) segna l'adempimento di tale petizione della nostra preghiera del Signore quando dice: “Venga il tuo Regno”, e la sua “venuta” sarà graduale e non improvvisa. In effetti sta già “scendendo giù” per prendere il controllo, e di conseguenza ne vediamo i passaggi preliminari che portano al ripristino della vecchia Gerusalemme, così infine il risultato menzionato nella nostra preghiera del Signore si realizzerà, quando cioè la volontà di Dio sarà fatta sulla terra come in cielo.

La Nuova Gerusalemme e i Nuovi Cieli sono pertanto sinonimi, a significare il nuovo potere spirituale dominante.


CONTINUA. ...


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gattosilvestro67
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Lasciato il  - 09 January 2019 :  20:11:20  Mostra Profilo    Visita gattosilvestro67's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Le profezie già esaminate puntano tutte all'anno 1878 come alla data in cui si è compiuto il “doppio” tempo di attesa di Israele per il suo Re, e da cui il loro ritorno al favore divino e all'allontanamento della loro cecità era arrivato: il tempo dopo il quale si sarebbe dovuto “parlare piacevolmente a Gerusalemme, e gridare in essa che il suo tempo prefissato [di attesa, o “doppio” tempo] si è compiuto e la sua iniquità è perdonata, perché essa ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati.” Isaia 40:1,2.


Da quell'anno in poi, secondo le molteplici promesse di Dio a tale scopo, vediamo come ci saremmo dovuti aspettare, i segni indicanti il ritorno del favore a questo popolo, un movimento mosso verso l'installazione di nuovo nella loro propria terra e la loro ricostruzione come una grande nazione; perché “Così parla il Signore, il Dio di Israele: Come questi fichi buoni, così io riconosco in Giuda coloro che sono trasportati in cattività, che ho mandato fuori da questo luogo nella terra dei Caldei [o Babilonia, la mistica Babilonia, ovvero la Cristianità, com'è indicato nel versetto 9: poiché sin dal loro rovesciamento sono stati dispersi fra tutte le nazioni della cosiddetta Cristianità] per il loro bene [questo perché la loro disciplina e punizione fu una buona cosa anche se sotto mentite spoglie].

Porrò i miei occhi su di loro per il bene, e io li porterò nuovamente in questa terra, e io li stabilirò fermamente, e non li abbatterò giù, e io li pianterò, e non li sradicherò. [Questo non potrebbe riferirsi al ritorno dalla prigionia nella Babilonia letterale, dato che dopo quel ritorno furono di nuovo abbattuti e sradicati.] E io darò loro un cuore per conoscermi, che io sono il Signore, ed essi saranno mio popolo e io sarò il loro Dio, poiché essi torneranno a me con tutto il cuore.” Geremia 24:5-7.


“Così parla il Signore: Ecco, io traggo dalla cattività le tende di Gia-cobbe, ed ho pietà delle sue dimore; la città [Gerusalemme] sarà riedificata sulle sue rovine, e il palazzo [il tempio] rimarrà come di consueto. I suoi figliuoli saranno come furono un tempo, la sua congregazione sarà stabilita dinanzi a me, e io punirò tutti i loro oppressori. I loro principi saranno uno di loro, e il loro governatore uscirà di mezzo a loro. Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione [Russia, dove quasi due terzi di tutti gli Ebrei ora risiedono], e li raccolgo dalle estremità della terra.... Una grande compagnia tornerà là. Vengono piangendo; li conduco con supplicazioni.... O nazioni, ascoltate la parola del Signore, e proclamatela alle isole lontane, e dite: “Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, e lo custodisce come un pastore fa col suo gregge”. Poiché il Signore ha riscattato Giacobbe, l´ha redento della mano d´uno più forte di lui. Pertanto verranno e canteranno di gioia sulle alture di Sion, e affluiranno insieme verso la bontà del Signore: al frumento e al vino, all´olio e ai piccoli del gregge e degli armenti; e la loro anima sarà come un giardino annaffiato, e non continueranno più a soffrire.” Geremia 30:18,20,21; 31:8-12.


Non solo il grande Redentore, una volta respinto da loro, in questo modo ripristina e solleva le generazioni viventi di quel popolo, ma anche i morti saranno risanati; poiché “Così dice il Signore Dio: Ecco, o popolo mio, io apro le vostre tombe e vi farò venire fuori dalle vostre tombe, e vi condurrò nel paese d'Israele. E voi conoscerete che io sono il Signore, quando avrò aperto i vostri sepolcri, ... e metterò il mio spirito in voi e voi vivrete, e io vi porrò nel vostro paese: allora saprete che io il Signore, l'ho detto e l'ho adempiuto, dice il Signore.” Ezechiele 37:12-14.


Queste meravigliose promesse non si adempiranno in una giornata di ventiquattrore, ma durante il giorno Millenario. Esse hanno avuto un inizio contrassegnato nell'anno 1878, a seguito del Congresso delle Nazioni di Berlino. Gli ebrei ora godono di maggiori privilegi nella terra dei loro padri di quanto sono stati loro concessi per secoli.

Non sono più semplici “cani” agli occhi dei Turchi insolenti.


CONTINUA. ...


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