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Daniele 4: 1-37

 

La scenografia di questo sogno consiste in un albero gigantesco presso cui animali e uomini traevano cibo e riparo, fin quando un angelo gridò a gran voce di abbatterlo lasciando però le radici dell’albero legate in catene di ferro e bronzo, al re si doveva cambiare il cuore in un cuore di bestia, finchè non fossero trascorsi sette tempi. Vennero convocati, (come di abitudine) maghi, astrologi, Caldei e indovini, ma anche in questa occasione non furono in grado di svelare il sogno. Viene di nuovo convocato Daniele, perché il re lo ritiene depositario dello Spirito dei Santi. (Dan. 4:18) ed il profeta spiega il sogno. Identificando nell’albero il re di Babilonia, predice che la grandezza e la magnificenza del suo regno, gli sarebbero state tolte per un periodo di sette tempi, il suo cuore (stato mentale) gli sarebbe stato cambiato in un cuore di animale; dopo di che trascorso il tempo predetto, tutto sarebbe ritornato meglio di prima, con il riconoscimento da parte del re è “ il cielo che domina sopra gli avvenimenti degli uomini. “ Dan.4:26.


 

Vogliamo ora analizzare, a distanza di circa 2.600 anni cosa ci dice la clinica medica in relazione a questo strano cambiamento che per secoli era stato relegato a storia mitologica a comportamenti demoniaci e quant’altro. Nel 1918 Sigmund Freud (1856-1939) pubblicò nella (Sammlung Kchriften zur Neurosenlehre) “raccolta di brevi saggi sulla teoria della neurosi”, un trattato psicoanalitico dove veniva trattato un caso di un giovane russo (per anni rimase nell’anonimato: Sergei Constantinovich Pankjeff).  Questo caso clinico, forse uno dei più noti, fu oggetto di studio da parte sia del padre della psicanalisi, sia da parte dei maggiori clinici del settore ed è ampiamente riconosciuto come il caso del licantropo. Quest’uomo morì il 7 Maggio del 1979 all’età di 92 anni.   Fu la giornalista Karin Obholzer che avendo seguito le tracce di questo russo a Vienna pubblicò delle interviste “ parola per parola” nel 1980 dal titolo in italiano Il licantropo 60 anni dopo, portando così alla ribalta l’uomo la cui storia del caso aveva occupato il movimento psicoanalitico per quasi settanta anni. Non esiste una nosografia specifica nella quale inquadrare questo disturbo, si tratta di una forma di delirio che si può esprimere in diversi disturbi psichiatrici di personalità di tipo paranoide o in alcune forme di psicosi. Tale delirio, definito “zoo antropico” è rappresentato dalla convinzione patologica di un soggetto di trasformarsi in un animale o che alcuni organi del suo corpo si stiano tramutando in quelli di animali. In psichiatria, la condizione in cui vi è la convinzione di trasformarsi in lupo è definita anche “ licantropia di Nabucodonosor”.

 

Il Dott. Richard Noll psicologo clinico, in (Vampires, werwolves and Demons) sostiene che dal 1975 ci sono stati 18 casi documentati di licantropia. Sei di questi implicavano allucinazioni sui lupi.e i rimanenti riguardavano altri animali; la diagnosi il più delle volte era di disordine bipolare, ma anche di depressione allucinatoria e schizofrenia. Noll ritiene che la licantropia assomigli alla zooantropia, ovvero “l’illusione che il soggetto ha di trasformarsi in animale” che lo psicologo descrive come disordine dissociativo.

Possiamo dire con certezza che quello che capitò al re Nabucodonosor, al di là di ogni dubbio di mistificazione fu un vero delirio patologico (voluto dall’Iddio Onnipotente, perché su quel re Dio aveva un disegno profetico) e che al tempo scaduto, egli riguadagnò la sua perfetta salute.

 

Che significa tutto questo? Vogliamo veramente credere che un re pagano, idolatra e per giunta psicotico,venga descritto nella Parola Di Dio,in maniera così minuziosa e particolareggiata solo perché il racconto di ciò dovesse servire alla conversione del medesimo? Sappiamo per altro che nonostante riconoscesse il Dio di Daniele come unico vero Dio, ciò non gli permise di allontanarsi dal culto di tutti gli dei. In una delle iscrizioni ritrovate attribuite al re Nabucodonosor, si dà una descrizione delle costruzioni ed imprese da lui compiute, si legge: per sette anni la residenza del mio regno non deliziò il mio cuore. In nessuno dei miei possedimenti eressi alcuni degli edifici più importanti con il mio potere. Non innalzai edifici in Babilonia per me e per l’onore del mio nome. Nell’adorazione di Merodac mio Dio, non cantai la sua lode, né fornii sacrifici per il suo altare, né ripulii i canali.

 

E’ innegabile che dietro a tutto ciò, ci sia un disegno ben maggiore di ciò che appare, e Daniele stesso, profeta di Dio sappia ben descrivere cosa tutto ciò volesse dire, non solo nel luogo e nel tempo in cui si verificò l’avvenimento, e ci illumini su quello che abbia voluto significare nel corso della storia dell’umanità.

 

La storia biblica ci insegna, che dopo un periodo di Giudici,gli Israeliti chiesero a Dio un re, per essere uguali a tutte le altre Nazioni, il Signore li accontentò , ed il re nominato rappresentava sulla terra una specie di teocrazia, governando il popolo con la legge di Mosè ed i profeti. Nel tempo, ci furono dei re che si allontanarono da ciò che il Signore richiedeva loro, arrivando come nel caso del re Manasse ad offrire sacrifici umani agli idoli; cosa altamente abominevole per un Dio Monoteista. Al tempo del sogno dell’albero da parte di Nabucodonor, il regno di Giuda divenne così corrotto che Dio permise al re di distruggerlo, di abbatterlo. Questo è avvenuto storicamente nell’anno 607 a.E.V. In quel tempo fu detto a Sedechia (ultimo re d’Israele) “Togli la corona………………………….per certo non diverrà di nessuno, finchè venga Colui che ha il diritto legale, a Lui la devo dare”. Ezechiele 21:25-27.   E’ chiaro dunque che il dominio di Dio raffigurato dal grande albero sarebbe stato tagliato alle radici, non permettendo più ad Israele di avere una monarchia terrena ,le cui radici non sarebbero state estirpate, ma legate con catene di ferro e di bronzo, e quando sarebbe giunto il tempo stabilito da Dio, di nuovo liberate dai ceppi, avrebbero dato vita ad un nuovo dominio, un nuovo governo, più grande che avrebbe governato su tutta la terra abitata.  Ma quando tutto questo?  Non dimentichiamoci che dovevano trascorrere “sette tempi” com’è quantificato nella Sacra Bibbia questo periodo? E possiamo stabilire nella Storia secolare quando sono iniziati?

 

La Storia secolare e quella religiosa concordano pienamente col canone di Tolomeo che pone l’anno 537 a.E.V. come l’anno che pose fine alla desolazione di Gerusalemme e l’inizio della restaurazione dei giudei nel territorio, poiché la profezia annunciava un esodo di 70 anni, il profeta Geremia al cap.25:vers.11 dice:Tutto questo paese diverrà una desolazione ed un oggetto di stupore, e queste nazioni serviranno il re di Babilonia per settant’anni.  Da questo ne consegue che il rovesciamento del regno di Israele era avvenuto nel 607 a. E.V.-537+70=607.  Da questo anno che l’Iddio Onnipotente non ha più regno od una Teocrazia che lo rappresenti, ed è da allora che iniziamo a contare il tempo che doveva trascorrere per l’insediamento di un più grande regno quello di Colui si potrà dire: Non ci sarà fine all’incremento del suo impero e pace sul trono di Davide sul suo regno, per stabilirlo fermamente e rafforzarlo mediante il giudizio e la giustizia, ora e sempre. Questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti.  Isaia 9:6.-Insieme a Cristo Gesù (UNICO LEGITTIMO EREDE DI QUESTO REGNO) ci saranno 144.000 mila coeredi, o popolo dei Santi, visto da Daniele al cap.7 ver.27. Questo periodo di dominazione universale accordato ai governi delle nazioni, ebbe inizio, come vedremo tra breve, non con il ripristino della salute mentale del re Nabucodonosor, ma quando il regno tipico del Signore ebbe termine, ed il dominio del mondo fu lasciato alle nazioni Gentili. Puoi controllare come anche il profeta Ezechiele al cap.21:30-32 - II cronache 36:21-23, Zaccaria 7:4-5.  Benchè Gerusalemme fu allora ricostruita e gli abitanti in cattività fatti ritornare, non vi fu più alcun re in Israele fino ad oggi. Ristabiliti nella loro terra e nelle loro libertà personale, come nazione, da re Ciro, gli Israeliti furono successivamente soggetti ai Persiani, ai Greci ed ai Romani. Al primo Avvento del nostro Signore, essi erano ancora sotto il giogo di questi ultimi.

 

La promessa di Dio ad Abraamo, rinnovata ad Isacco e Giacobbe, poggiava sulla nascita della sua “progenie “ , il grande Liberatore che, non soltanto avrebbe dovuto benedire ed esaltare la sua famiglia, ma TUTTE le famiglie della terra. Al tempo di Mosè il grande legislatore, il popolo,in un primo tempo fu portato a vedere in Lui il liberatore promesso.  Ma Mosè profetizzò e spiegò ad esso che egli era il tipo ( o figura profetica) di Colui che doveva ancora venire Deuteronomio 18:17-19.   La promessa che lo scettro del comando non sarebbe stato tolto a Giuda, convogliò verso tale tribù la speranza e la aspettativa di tutte le altre tribù, che con Giuda attendevano la realizzazione delle benedizioni al tempo convenevole. Quando Davide, della tribù promessa, fu proclamato re, le sue vittorie suscitarono grandi speranze e si credette che l’influenza di quel regno si estendesse su tutta la terra, fino a sottomettere tutte le nazioni alla Legge.

 

 Successivamente quando la sapienza e la grandezza di Salomone, universalmente riconosciuta, raggiunsero l’apogeo, tutti credettero che la dominazione universale fosse un fatto compiuto. La promessa di Dio a Davide, la quale stabiliva che dai suoi lombi sarebbe stato suscitato un rampollo che avrebbe regnato sul suo trono per sempre, aveva limitato ad una sola famiglia la promessa rivolta alla tribù di giuda. Quando il grande tempio fu completato ed il numeroso stuolo di cantori e di sacerdoti formavano uno spettacolo a dir poco imponente, la fama di Salomone si estese nelle più lontane terre; i re gli inviavano i loro doni, la regina di Saba in persona venne con i suoi doni, a vedere e conoscere il re più celebre e glorioso che il mondo avesse mai conosciuto. Non sembrerà dunque strano che i Giudei aprirono i loro cuori alla speranza ed alla fierezza, come se il tempo dell’esaltazione del seme di Abraamo, e le benedizioni di tutte le nazioni, attese per un così lungo tempo, fosse finalmente giunto.

 

Ma la loro delusione fu grande quando, dopo la morte di Salomone, il regno fu diviso e più tardi completamente rovesciato, e soprattutto, quando questo popolo che aveva sperato di governare e benedire le nazioni in qualità di popolo di Dio, fu condotto in cattività in Babilonia (Salmo 137:1). Sebbene la corona – ossia il potere di autogovernarsi – fu tolta ad Israele, NON LO FU INVECE IL DIRITTO. Il dominio universale accordato a Nabucodonosor e ai suoi successori, seguendo l’illustrazione della grande statua, fu (delle quattro grandi bestie del capitolo 7 del libro di Daniele – che poi tratteremo ampiamente) soltanto per un periodo di tempo limitato. La promessa fatta originalmente ad Israele dovette compiersi; la corona fu tolta, ma lo scettro del diritto rimase fino alla prima venuta di “schiloh”. Tutto questo venne fortemente ribadito nel decreto divino di detronizzare Sedechia (Ezec.21:30-32). Le parole profetiche di nostro Signore Gesù, secondo cui Gerusalemme sarebbe stata calpestata dai piedi delle nazioni fino a quando “i tempi delle nazioni (o Gentili) non fossero compiuti,” suggeriscono non soltanto l’idea di un periodo limitato e determinato del dominio delle nazioni, ma altresì lasciano presupporre che questi “tempi” sono collegati e misurati in un modo o nell’altro con la città terrestre di Gerusalemme (Matteo 23:37-39, Luca 21:24). Nella Bibbia un “tempo” è usato nel senso di un anno, poco importa se questo sia in senso letterale o simbolico; ma, al momento della divulgazione della profezia, questa distinzione è impossibile. Un anno simbolico, nel senso profetico seguito dalla Bibbia, è calcolato sulla base di un anno lunare ebraico, 12 mesi di 30 giortni ciascuno, ossia 360 giorni ed  ogni anno è rappresentato da un giorno. Per conseguenza, “ un tempo “ ( un anno ) se è simbolico, significa 360 giorni simbolici e “ sette tempi “ equivalgono a 2520 giorni simbolici od anni.

Questo lungo periodo (7 tempi o 2520 anni) di punizione per Israele si identifica anche con la durata della dominazione dei Gentili ed è chiamato i tempi delle Nazioni.  Stabilito che questi tempi iniziarono con la detronizzazione del re Sedechia ed eravamo ne 607 a. E.V. ed essendo la loro durata di 2520 anni – arriviamo all’anno 1914.

 

Avendo compreso che i sette anni della follia di Nabucodonosor, pur essendosi adempiuti letteralmente, rivestono un significato più elevato e si identificano con sette tempi della dominazione delle nazioni rappresentati simbolicamente da questo re, oggi il potere legale di esercitare un dominio mondiale non appartiene più né ad un uomo né ad una Nazione, ma solo a Colui che versò il suo sangue per noi, cioè Gesù. Il suo regno non avrà successori e durerà per ogni età- Salmo 89:3-4.

 

Non vogliamo in questa occasione soffermarci all’anno 1914, ( lo tratteremo ampiamente in futuro, ma dire semplicemente che è un anno segnato nella storia biblica.)

 

invito il mio lettore a leggere per intero il capitolo:

Daniele 5