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Forum Studenti Biblici ITALIA
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 Bibbia - Parola di Dio!
 manna celeste del 26 aprile 2010
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sentinella61
utente

Italia
10 Messaggi

Lasciato il  - 26 April 2010 :  21:46:01  Mostra profilo  Spedisci Email all' autore  Visita sentinella61's Homepage  Modifica Discussione  Rispondi con Citazione  Vedi l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Discussione
Dedico codesto articolo a tutta la famiglia della fede...

Colui ch'è entrato nel riposo d'esso,si è riposato anch'egli dalla sue opere, come Iddio dalle sue... Ebrei 4:10.
Invece d'un solo giorno della settimana, la legge d'amore controlla,e regola in verita il nostro tempo intero;sette giorni della settimana sono per amare il Signore Iddio nostro,con tutto il nostro cuore,la nostra mente,la nostra anima,le nostre forze;e sette giorni della settimane sono per amare il nostro prossimo come noi stessi;e sette giorni della settimana sono ancora per riposarci dalle nostre opere,per riposarci mediante la fede nell'opera compiuta di Cristo,riposare nell'amore di Dio,nella pace di Dio la quale sopravanza ogni intelletto,governando continuamente nel nostro cuore.

Quest'articolo ci fà comprendere che bisogna avere un'amore irreprensibile,perfetto e divino come quello di nostro Padre Celeste.

CON AMORE PACE A TUTTI...


n/a
deleted

Messaggi: 230

Lasciato il  - 27 April 2010 :  10:41:25  Mostra Profilo    Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Vorrei fare un mio modesto commento a quanto riportato da Sentinella61, che scrive: “Invece d'un solo giorno della settimana, la legge d'amore controlla e regola in verità il nostro tempo intero; sette giorni della settimana”.
Premesso che ovviamente si deve amare Dio e il prossimo in ogni giorno della settimana, non è corretto presentare questa verità come spiegazione a ciò che dice Eb 4:10, perché il versetto precedente (v. 9) dice: “Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio”, e qui si parla del sabato, non dei sette giorni della settimana.
Far riferimento a tutti i giorni della settimana quale sabato spirituale è l’idea dei Testimoni di Geova che, per non ubbidire al quarto comandamento, s’inventano che per i cristiani ogni giorno è sabato. Ma Dio non dice così. Dio dice: “Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo” (Es 20:8,9; cfr. 23:12, Dt 5:13). “Si lavorerà sei giorni; ma il settimo giorno è un sabato di solenne riposo, sacro al Signore”. - Es 31:15.
“Dio benedisse il settimo giorno e disse: ‘È MIO’”. – Gn 2:3. PdS.
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vlady
utente

Italy
Messaggi: 1587

Lasciato il  - 27 April 2010 :  12:54:50  Mostra Profilo    Visita vlady's Homepage  Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Se diamo un ochiata ad intero contesto del cap.4 di ebrei vediamo che ci erano i personaggi che rispettavano riposo del sabato ma, come spiega Paolo non entrarono nel riposo di Dio, cioe seguendo la lettera hanno perso di vista significato. Infatti Paolo dice che rimane riposo per popolo di Dio, ma non alla lettera. Invece, lui spiega, per cosa serve entrare nel riposo serve : "STUDIAMOCI dunque per entrare in quel riposo, onde nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza." (Ebrei 4:11). Il Senso di questo capitolo e essere ubidienti non nella lettera ma nello spirito al riposo. Che e assai di livello superiore di quel comandamento. Cosa e in armonia con altro versetto : "Egli (Gesu) ha annientato il documento (legge) fatto di ordinamenti (alla lettera), che era contro di noi e che ci era nemico, e l' ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce;" (Colossesi 2:14).
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n/a
deleted

Messaggi: 230

Lasciato il  - 27 April 2010 :  16:38:48  Mostra Profilo    Modifica Risposta  Rispondi con Citazione  Mostra l' indirizzo IP dell' utente  Elimina Risposta
Caro Vlady, se diamo un’occhiata all’intero contesto del cap.4 di Eb, non è vero – come scrivi – “che c’erano dei personaggi che rispettavano riposo del sabato ma, come spiega Paolo non entrarono nel riposo di Dio”. Intanto, permettermi di dirti che Paolo non è l’autore di Eb: quella che tutti chiamano “lettera di Paolo agli ebrei”, non è una lettera, non è di Paolo e non è indirizzata agli ebrei. Comunque, vediamo ciò che dici.
Eb 4:1 ricorda: “Non entreranno nel mio riposo”. Questa è una citazione tratta da Sl 95:11: “Perciò giurai nella mia ira: ‘Non entreranno nel mio riposo!’”. Nota quel “perciò”: introduce il motivo per cui gli ebrei non sarebbero entrati nel riposo di Dio, come spiega il v. 10: “È un popolo dal cuore traviato; essi non conoscono le mie vie”. Durante l’Esodo, quindi, non è vero che gli ebrei rispettarono la Legge. Israele era stata avvertita: “Badate bene di osservare i miei sabati” (Es 31:13). La violazione del sabato ci fu già appena dopo la promulgazione della Legge presso il Sinày. - Nm 15:32-36.
In Eb 4:7 si dice che quella promessa è ancora valida ed è ancora possibile entrare nel riposo di Dio. E il v. 9 conclude: “RIMANE dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio”. Il v. 11 contiene una raccomandazione per noi: “Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza”. Nota bene. Perché dobbiamo sforzarci? “Affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di DISUBBIDIENZA”. È strano quello che scrivi: “Il senso di questo capitolo è essere ubbidienti non nella lettera ma nello spirito al riposo”. Dobbiamo forse gioire dentro di noi per la bellezza del sabato e poi violarlo? Non ha senso. “Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio”. – Gal 6:7.
Che il sabato sia un comandamento da rispettarsi anche nel mondo a venire è indicato da Is 66:23: “’Avverrà che . . . di sabato in sabato, ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me’, dice il Signore”. Tutta la Legge sarà rispettata (cfr. Zaccaria 14:16). “La legge del Signore è perfetta” (Sl 19:7). “La tua legge è verità”. - Sl 119:142.
In quanto a Col 2:14 – che dice: “Egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce” – occorre esaminare bene il testo.
La frase chiave che deve essere analizzata è "cancellato il documento". Di chi è questo documento? Di Dio o dell'uomo? Va ricordato il versetto 8: “Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini”. Inoltre, Paolo dice che tale documento ci era “ostile”. La Legge di Dio è per il nostro bene (Dt 6:24), non ci è ostile.
Il testo originale greco parla di χειρόγραφον τοῖς δόγμασιν (cheirògrafon tòis dògmasin), letteralmente: “obbligazione scritta per i decreti”. La parola greca δόγμα (dògma) si riferisce a norme e regolamenti dell'uomo, non di Dio. In tutto il cosiddetto Nuovo Testamento, la parola greca “dògma” ha il significato di un diritto civile, cerimoniale o ecclesiastico (cfr. il Dizionario di Greco Strong, n. 1378). La parola è usata in soli cinque altri luoghi del Nuovo Testamento e si riferisce sempre a leggi fatte dall'uomo. Un passo simile è quello di Ef 2:14,15: “Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace”. Qui si fa riferimento a leggi fatte dall'uomo o ordinanze umane fatte per la separazione di Israele dai gentili. La quinta volta in cui la parola greca compare è in Col 2:20: “Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei PRECETTI [dògma]”? Ancora una volta si tratta di norme umane. Il versetto 22 precisa: “Tutte cose destinate a scomparire con l'uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini".
Se si dovesse sostenere, contrariamente alla Bibbia, che queste ordinanze sono state cancellate dalla Legge di Dio, allora vivremmo totalmente senza Legge. Però, ci è detto in 1Gv 3:4 che “il peccato è la violazione della Legge”. Se togliamo la Legge, non abbiamo più nulla da trasgredire e, di conseguenza, non c'è peccato. Non ci sarebbe allora bisogno di un Redentore, perché non ci sarebbe trasgressione. Senza possibilità di trasgredire, non ci sarebbe alcun bisogno di perdono. Se il Salvatore è venuto a farla finita con i Dieci Comandamenti, non ci sarebbe alcun peccato. Ma questo non può essere il caso, perché “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Rm 3:23). Il “documento fatto di ordinanze” non poteva quindi essere la Legge di Dio, i Dieci Comandamenti. Come già detto, queste leggi sono date per il nostro bene, non per esserci ostili.
Questo “documento scritto a mano fatto di ordinanze” si riferisce alle norme e ai regolamenti fatti da persone pagane non convertite. Infatti, Paolo domanda ai colossesi come mai, se sono morti con il Messia (nel battesimo), si fanno ancora vincolate da tali ordinanze. Paolo sottolinea che le ordinanze pagane cui un tempo obbedivano non sono più vincolanti per loro. Paolo spiega anche quali sono. Versetti 21 e 22 dicono che si tratta di osservanze ascetiche. Paolo continua al versetto 23: “Quelle cose hanno, è vero, una parvenza di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore; servono solo a soddisfare la carne”.
È chiaro che l'insegnamento dell'apostolo Paolo in Colossesi 2:14 non si riferisce alla Legge di Dio. La parola “dogma” indica sempre leggi fatte dall'uomo. E tali leggi sono le consuetudini seguite da colossesi prima della loro conversione. Essi non avevano ubbidito a Dio e alla Legge di Dio fino a quando Paolo non aveva testimoniato a loro.
In Colossesi 2:14, Paolo dice ai colossesi che quando il Messia è morto ha cancellato quelle ordinanze pagane.
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